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Una nuova piattaforma voluta da Confindustria e da Sportello Matematico, organo del CNR, per dare un concreto “Supporto alla Pianificazione dell’Innovazione” (SPIN). In parole povere l’idea è quella di incentivare le aziende che si occupano di innovazione industriale offrendo un prezioso contributo alla pianificazione degli investimenti destinati a ricerca ed innovazione nei più svariati campi, compreso quello dell’automazione industriale.

È di pochi giorni fa la notizia che il Governo investirà 13 miliardi di euro, nell’ambito del Piano Italia 4.0, per promuovere start up e PMI innovative operando una detassazione del 30% per chi decide di investire in queste nuove realtà industriali. Il piano punta in realtà a convogliare anche altri investimenti ad opera di privati per arrivare alla considerevole cifra di 50 miliardi di euro ed entrerà nella prossima legge di bilancio in approvazione.

Siamo ormai nell’era della connessione globale e la stragrande maggioranza delle aziende è sempre più connessa alla rete per implementare le proprie capacità di business e essere sempre più competitiva sul mercato. L’automazione industriale si avvale oggi di numerosi macchinari con tecnologie all’avanguardia, spesso e volentieri governate da sistemi informatici connessi alla rete. Come per tutti i settori dell’industria anche quello degli automatismi industriali

Sono interessanti i dati emersi dall’ultimo incontro dei soci GISI, l’assemblea che riunisce le imprese italiane attive nel settore della strumentazione e dell’automazione, che mostrano come un sapiente mix di innovazione nel settore dell’automazione industriale ed equilibrio nelle scelte imprenditoriali, abbia saputo offrire nuove possibilità di business che – ne è certo il prof. Giampaolo Vitali del CNR – porterà ad un beneficio a medio-lungo termine.

Sono circa 600 le aziende che in Italia generano un fatturato di poco più di sei milioni di euro occupando il settore del mercato relativo all’automazione industriale per il packaging e per l’imballaggio. Sono dati incoraggianti soprattutto in ottica di fatturato sul mercato estero che rappresenta circa l’80% del totale. La maggior parte delle aziende è localizzata in Emilia Romagna